Oggigiorno, l’agricoltura europea si trova di fronte a sfide significative, come la desertificazione e l’impoverimento della materia organica, problemi che affliggono fino al 25% dei suoli nel continente. Ecco che il carbon farming rappresenta un’opportunità strategica, offrendo soluzioni efficaci per affrontare queste problematiche e creare una base solida per il futuro dell’agricoltura.
Se ti stai chiedendo…
Che cos’è il Carbon Farming? Noi di Agrorisorse te lo spieghiamo!
Il carbon farming, noto anche come agricoltura del carbonio, è una pratica innovativa che consente di catturare e trattenere il carbonio atmosferico nel suolo, trasformando l’agricoltura da fonte di emissioni di gas serra a leva attiva nella mitigazione del cambiamento climatico. Grazie a incentivi dell’Unione Europea, come il Green Deal, la strategia “Farm to Fork” e il Piano d’azione per l’economia circolare, questa tecnica si sta diffondendo sempre più, offrendo vantaggi significativi, tra cui:
- Carbon Farming Miglioramento della fertilità del suolo: incrementare il contenuto organico del suolo aiuta a preservarne la fertilità, riducendo l’erosione e migliorando la ritenzione idrica, supportando anche una maggiore biodiversità.
- Carbon Farming Nuove fonti di reddito: i crediti di carbonio offrono una fonte di guadagno aggiuntiva per gli agricoltori, con un mercato in crescita grazie alla domanda sempre maggiore di soluzioni per la compensazione delle emissioni.
- Carbon Farming Contributo alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare: mantenere suoli sani e produttivi è essenziale per garantire la sicurezza alimentare e un’agricoltura sostenibile per le generazioni future.
Gli interventi di carbon farming, in particolare, includono diverse pratiche finalizzate a migliorare il contenuto di carbonio organico del suolo (SOC, Soil Organic Carbon), coinvolgendo sia la terra che la vegetazione. Scopriamole insieme!
Carbon Farming: pratiche innovative per una terra più sostenibile
Il carbon farming si avvale di una serie di strategie mirate alla cattura della conservazione del carbonio nel suolo. Queste pratiche, alcune delle quali già ben conosciute in agricoltura, vengono rielaborate per favorire una gestione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Tra le principali annoveriamo:
1.Carbon FarmingLa lavorazione conservativa del suolo
Tecniche come il “minimum tillage” (lavorazione minima) e il “no tillage” (non lavorazione) riducono il disturbo del terreno. Nel minimum tillage, l’aratura avviene a una profondità inferiore ai 15cm, preservando la struttura del suolo e trattenendo il carbonio. La semina diretta (su sodo), invece, evita completamente l’aratura, usando macchinari che piantano i semi senza disturbare il terreno, riducendo così la dispersione di CO₂.
2.Carbon FarmingLa diversificazione delle colture e uso di colture di copertura
Alternare colture diverse e piantare colture di copertura, come le leguminose, contribuisce ad arricchire il contenuto organico e a proteggere il suolo dall’erosione. La biodiversità del suolo aumenta e i nutrienti vengono mantenuti più a lungo, migliorando la capacità del suolo di immagazzinare carbonio.
3.Carbon FarmingLa gestione dei residui colturali
Lasciare residui vegetali sulla superficie o interrarli piuttosto che bruciarli permette al terreno di assorbire materia organica che si trasforma in carbonio stabile. Evitare la bruciatura dei residui riduce le emissioni di gas serra e promuove la formazione di humus.
4.Carbon FarmingLa concimazione organica
L’uso di concimi organici, come composto e digestato derivato da processi di biogas, aumenta il contenuto di carbonio e rafforza la struttura del suolo. I fertilizzanti organici forniscono nutrienti a rilascio lento, contribuendo alla formazione di carbonio organico stabile, migliorando la fertilità e la resilienza del suolo.
Nonostante i numerosi benefici, l’adozione del carbon farming, oggi, incontra ancora alcune difficoltà.
Gli ostacoli del carbon farming: le sfide da affrontare
Affinché la pratica del carbon farming possa affermarsi e offrire benefici concreti e duraturi, è necessario far fronte ad alcuni ostacoli tecnici ed economici, legati sia alla gestione del carbonio trattenuto sia agli investimenti richiesti. Tra i principali ricordiamo:
- Carbon FarmingIl monitoraggio e verifica (MRV): monitorare e verificare il carbonio sequestrato è cruciale per garantire la validità dei crediti di carbonio, ma la mancanza di standard comuni e i costi elevati di misurazione rendono difficile implementare sistemi di verifica diffusi.
- Carbon FarmingI costi di implementazione: pratiche come il minimum tillage o la concimazione organica richiedono investimenti iniziali significativi, che non tutti gli agricoltori possono permettersi, specialmente considerando che i ricavi dalla vendita di crediti di carbonio sono ancora limitati e incerti.
- Carbon FarmingI tempi lenti di accumulo di carbonio: il processo di accumulo di carbonio nel suolo è lungo e variabile. Gli effetti delle pratiche di carbon farming possono richiedere anni o decenni per manifestarsi appieno, rendendo difficile prevedere con esattezza i benefici economici e ambientali.
Che cosa serve per incentivare il carbon farming? Iniziative e opportunità
Per agevolare la diffusione del carbon farming, l’Unione Europea sta sviluppando un quadro normativo per la certificazione e contabilizzazione degli assorbimenti di CO₂, permettendo agli agricoltori di vendere crediti di carbonio con maggiore trasparenza e sicurezza. Inoltre, sono previsti finanziamenti e servizi di consulenza per ridurre i costi di adozione delle nuove pratiche. In aggiunta, l’UE sta promuovendo la creazione di piattaforme digitali per facilitare la tracciabilità e la verifica dei crediti di carbonio, migliorando la fiducia nel mercato. Al contempo, vengono favoriti partenariati tra il settore pubblico e privato per stimolare l’innovazione e garantire che gli agricoltori abbiano accesso alle tecnologie più avanzate, riducendo ulteriormente i costi e aumentando l’efficacia delle pratiche di sequestro del carbonio.